Torna indietro
Sport Nutrizione e Fatica Cronica
Sport nutrizione e fatica cronica sono aspetti strettamente legati, essa rischia di trasformarsi quando trascurata nel tempo, nella sindrome di esaurimento
Perché occuparsi di SPORT NUTRIZIONE E FATICA CRONICA? Nel mare magnum delle informazioni che circolano sulla NUTRIZIONE, con particolare riguardo agli aspetti legati al fitness e all’attività sportiva professionistica-dilettantistica, un aspetto interessante della nutrizione sportiva è quello relativo all’adeguato apporto di nutrienti.
Esso richiede una sua specifica tempistica, rispetto al tipo di allenamento. Troppo spesso infatti si sottovaluta l’insorgenza della FATICA, che rischia di trasformarsi quando trascurata nel tempo, nella sindrome di esaurimento: da distinguere in Overreaching (OR) come limite soglia di attenzione e Over Training (OT) ben più grave. Esse hanno una sintomatologia analoga, ma la differenza si basa sui SUI TEMPI DI RIPRESA (> 2 mesi per OT).
Par capire di cosa stiamo parlando, bisogna prima conoscere i meccanismi fisiologici dell’ALLENAMENTO, che è una forma di ADATTAMENTO alla alterazione degli equilibri fisiologici (omeostasi) dovuti al carico (qualsiasi esso sia, non necessariamente solo un peso in palestra: ogni sforzo fisico è “un carico”).
In parole povere il “progressivo stress”, a cui si sottopone l’organismo durante gli allenamenti lo fa reagire adattandosi, il che comporta un miglioramento della prestazione. Questo solo se l’allenamento è bilanciato, ben condotto e strettamente affiancato da una nutrizione specifica, che cambia da persona a persona, da sport a a sport. Un’attività di endurance, per esempio, è ben diversa da uno sport di squadra stop&go o da un’attività di potenza/esplosiva!
Affidarsi a preparatori altamente specializzati, come un nutrizionista sportivo e contemporaneamente al team di una palestra medica, può scongiurare a chiunque, il rischio di farsi del male. Quante volte mi son sentita dire da persone di ogni età e sesso, che il giorno dopo anche una semplice sera in palestra “non stanno in piedi”, faticano a lavorare se hanno professioni non sedentarie, (come per es. commessi, infermieri ecc..) perché hanno la muscolatura devastata? Sanno cosa rischiano negli anni?
La reazione dell’organismo (in risposta allo stress) dal punto di vista biochimico e fisiologico consiste in un aumento di: frequenza cardiaca, pressione arteriosa, tono muscolare, flogosi (infiammazione) e contemporaneamente in una riduzione del glicogeno, come riserva energetica e della sintesi proteica. Questa ultima, che riparerà il danno delle fibre muscolari sottoposte al carico, riprenderà stimolata proprio dallo stress stesso, nella fase successiva DI RECUPERO e sarà tanto efficiente quanto adeguato sarà l’apporto di nutrienti specifici (energetici e plastici) che richiedono una precisa tempistica. In loro assenza, si cronicizzerà un danno che può portare a incidenti, fratture slogature ecc…durante la prestazione sportiva e non solo o, in tarda età a danni più gravi fino alla sarcopenia (scarsità di tessuto muscolare), nell’ipotesi peggiore. Se ti devasti la muscolatura per tutta la vita, il rischio esiste.
La fase di RECUPERO è cruciale per la salute di chi fa qualsiasi attività sportiva, dal semplice fitness due volte la settimana in palestra o all’aperto, alle ore di allenamento quotidiano dei professionisti, naturalmente con le dovute differenze. Ma essa innesca sempre un processo di riparazione per raggiungere lo stato funzionale ottimale e aumentare le “difese” (la famosa SUPERCOMPENSAZIONE), in vista di un possibile carico futuro da fronteggiare. E la prestazione migliora la volta dopo che si svolge quell’allenamento, ma attenzione a non esagerare con il carico…. o si ottiene l’effetto contrario!
In cosa consiste il RECUPERO?
• Nutrizione e idratazione
• Stretching e riposo attivo
• Distensione e e rilassamento emotivo
• sonno adeguato e riposo
Non si possono fare generalizzazioni sul recupero, in quanto esiste una soglia individuale fisiologica, psicologica e sociale. Sarà lo specialista a consigliare il singolo, su tempi e modalità di allenamento e di recupero, per scongiurare l’insorgenza dell’affaticamento eccessivo e cronico. L’OR-OT, prevede una serie di interventi specifici, medici e nutrizionali a partire dalla sospensione dell’attività sportiva.
Ma prevenire è meglio che curare, no? Lo specialista in nutrizione sportiva infatti, conosce quali sono gli indicatori clinici che avvertono in caso di inadeguato recupero e come seguire un allenamento ben corretto, che porti a un miglioramento progressivo della prestazione, senza rovinarsi la vita.