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Integratori Naturali per la Salute del Fegato

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Parliamo di integratori naturali per la salute del fegato e di un coadiuvante tradizionale per cirrosi/degenerazione grassa del fegato e alcolismo.

Parliamo di integratori naturali per la salute del fegato e dell’impiego di Cardo Mariano e Tarassaco. Con oggi, inizio una rubrica sull’uso sia delle piante officinali nell’alimentazione, sia come prevenzione di molti disturbi dell’apparato gastroenterico e non solo. Vi stupirete come persino molti fiori siano degli ottimi ingredienti per squisite ricette dal benefico effetto.
Cardo mariano Silybum marianum. Il nome marianum è legato a una biblica novella: “durante la fuga in Egitto, sulle foglie del Cardo sarebbero infatti cadute gocce del latte di Maria, mentre nascondeva Gesù in fasce”.
Spesso associato al carciofo, i suoi frutti (impropriamente definiti semi) esplicano un’azione protettrice del fegato, dovuta alla silimarina: molecola in grado di rigenerare le cellule del fegato (epatociti). Nel caso in cui gli epatociti non presentano modifiche irreversibili, la sua azione stimola la sintesi proteica e funge da “protettore di membrana”, impedendo l’ingresso di sostanze tossiche. Impedisce anche alle cellule malate di intaccare quelle sane e,dulcis in fundo possiede capacità antiossidanti paragonabili a quelle della vitamina E.
Fra gli integratori naturali per la salute del fegato, il Cardo mariano si distingue per i molteplici usi: depurazioni di cambio stagione, coadiuvante dei trattamenti per epatiti di tipo virale, uso eccessivo di farmaci o esposizione a tossine. Favorisce anche i processi digestivi grazie alle sue proprietà amaro-toniche e lavora migliorando la glicemia e i livelli di grassi nel sangue.
Per questo, esso é un coadiuvante tradizionale per cirrosi/degenerazione grassa del fegato e alcolismo. I frutti vengono talvolta usati anche assieme alle foglie.
Natura morborum curationes ostendit” Ippocrate
Grazie alle proprietà antiossidantiestratti di Cardo mariano rientrano anche nella preparazione di creme anti-age, nel trattamento di psoriasi, eritemi, dermatiti o bruciature.
Il cardo mariano è però controindicato a chi soffre di ipertensione, tachicardia o diarrea.
In cucina di usa tutto del cardo mariano: fusti, foglie, radici, semi e capolini, paragonabili ai carciofi. Le foglie per la cucina sono raccolte in inverno (periodo in cui son più tenere e dolci): bisogna rimuovere le spine, tritarle e aggiungerle alle insalate. Si possono anche cuocere e usare analogamente a spinaci o la bieta, anche per torte salate o ripieni di ravioli/cannelloni.
I fusti invece vanno raccolti in primavera prima che spuntino i capolini e si sbucciano bene per raggiungere il cuore: si mangiano come gli asparagi o nelle minestre.
I capolini invece essendo simili ai carciofi, sono ottimi per un risotto, ad esempio.

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